IN CAMMINO CON LA PAROLA DI DIO - QUARTA DOMENICA DI PASQUA - C - Don Francesco Pilloni

QUARTA DOMENICA DI PASQUA

Don Francesco Pilloni

         L’itinerario pasquale continua, per aiutarci a entrare nell’esperienza della vita in Cristo. Il Vangelo ci parla di Gesù “pastore bello”. Bello della bellezza di Dio, bello della vita divina che risplende nella sua umanità crocifissa e risorta! “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Gesù risorto è colmo della gloria di Dio e abbraccia ogni creatura. L’umanità gloriosa di Gesù è colma di cura e tenerezza per tutti gli uomini che pongono in Lui la propria fiducia. Siamo noi “umile gregge di fedeli” ( orazione colletta ). La fiducia genera docilità e conoscenza 8 ascoltano, conoscono…). Siamo al sicuro, noi che amiamo il Signore e viviamo già con Lui, assisi alla sua destra, pur camminando ancora qui sulla terra ( questo è il mistero della “vedovanza” nella Chiesa ). Noi che pur non avendo visto, crediamo, poniamo in Lui cioè la fiducia del cuore. L’Apocalisse ci dice che questo gregge è composto di una moltitudine immensa, di ogni tribù, lingua, popolo e nazione: è un gregge universale, al quale si appartiene per la fede, per la rinascita e non per la nascita. Un gregge purificato, le cui vesti sono lavate nel sangue dell’Agnello ( il riferimento è al battesimo e all’eucarestia ). Un popolo di testimoni partecipi di questo sangue. Un popolo di consolati, viventi nella pienezza della gioia, perché Dio colma ogni desiderio del cuore. Gli Atti degli Apostoli ci narrano come sia stato difficile per la prima comunità proveniente dal giudaismo accogliere questa universalità della salvezza e della gioia di Dio. La reazione fu la gelosia, le parole ingiuriose e la persecuzione dei discepoli. I giudei erano primizia che doveva includere tutta l’umanità nel Messia che avrebbero generato, ma pensarono a una salvezza esclusiva e il loro sguardo fu accecato. E’ una tentazione sempre in agguato per la fede, come un appropriarsi del dono di Dio per se stessi. Siamo invece chiamati ad entrare con tutto noi stessi nell’amore universale di Dio, e divenire annunciatori di questo universale amore, come è ampio il gregge del Buon pastore.