AVVENTO ( di Don Francesco Pilloni - Dicembre 2018 )

I AVVENTO C
Avvento = ad venire, venire verso qualcuno è il tempo dell’incontro.
Si incontra chi è separato, lontano  e nello stesso tempo chi desidera l’incontro  e nell’incontro è già vicino. 
È il tempo della prossimità. Prossimità che già è un fatto compiuto  ma che è anche un evento che deve compiersi.
Ecco cos’è l’Avvento: il tempo del mistero  un tempo che apre al mistero. 
Questo vale per ognuno di noi, per la nostra vita  e vale per la storia  per l’intero universo.
Questa è anche la situazione nostra, la situazione della Chiesa :  siamo nel tempo del compimento  un compimento in cammino  un incontro che va facendosi:  tra noi e Dio, tra il tempo e la storia  tra Cristo e la Chiesa. 
Un incontro che va facendosi pieno, come un storia di Nozze che si dipanano nel tempo: prima si è estranei l’uni all’altra, poi ci si incontra, ci si innamora, poi si cammina insieme, ci si conosce, si pongono progressivamente i segni e i gesti dell’intimità, della conoscenza, della “rivelazione” l’uno all’altra, reciprocamente,  e infine ci si sposa, ci si unisce in un carne sola  in un’unica realtà stabile che chiamiamo “casa”, un realtà che diventa fecondità, vita.  
 
Dio, il Padre, si è unito a noi nel Figlio in carne di amore, di Nozze; è venuto a cercarci, ha rivelato il suo amore,  si è inserito in mezzo a noi  nel tessuto della nostra storia personale e della storia del mondo, con la pienezza di questo suo amore, lo Spirito Santo,  e noi lo abbiamo visto, intravisto, sentito, scoperto  e camminiamo nell’apertura del cuore verso la pienezza dell’incontro. Una storia in cammino, una storia di incontro  un stori di amore e di Nozze. 
Un compimento in atto. Come un gestazione del Padre che dà la vita, di questo Padre e Madre che ci ma di amore eterno. 
Il linguaggio apocalittico, come quello udito nel Vangelo, appartiene al mistero. È come una madre parlasse al figlio che porta nel grembo per dirgli che lo ama e che si prepari allo sconvolgimento della nascita, e che non tema, perché tutto sarà sconvolto, ma è per la vita, per l’incontro, per il faccia a faccia, per il superamento di questa conoscenza di adesso, che e sì presente e piena, ma è ancora un promessa, perché manca il faccia a faccia, l’incontro di pienezza, il volto reciproco nella gioia dello sguardo. 
Vi saranno segni ...  proprio in ci  che è stabile, che segna il tempo: il sole, la luna, le stelle. Ci  che governa questo mondo  (le “potenze dei cieli” per gli antichi) saranno sconvolte.  Al di sopra di tutto un fatto: il Figlio dell’Uomo verrà  sulle nubi del cielo con potenza e gloria grandi. 
 
Sulle nubi del cielo, perché è Dio che viene a noi  e ci conduce al cielo, nella condivisione del mistero.  Lui ci conduce, non siamo noi che vi saliamo,  arrampicandoci d esso come abbiamo cercato di fare fin da Babele. Il mistero ci cerca prima che noi cerchiamo lui: ci ha amati per primo di amore eterno. Il mistero cerca il sacramento. 
Con potenza e gloria grande  Glori di Dio che ha riversato tutto se stesso nell’umanità, Gloria dell’uomo interamente partecipe di Dio.  Pienezza solo sua, del Figlio risorto,  che egli dona a noi, rendendocene partecipi. 
La raccomandazione è forte: non angoscia, non ansia, non paura di morte - retaggio di chi non è in avvento, di chi non cammina, di chi non attende sposo e Nozze -  ma “alzatevi e levate il capo”.  Mettersi in cammino, alzarsi,  protendersi interamente al mistero che si dona e viene incontro a noi. E più ancora :  tenete leggeri e liberi i cuori Vegliate e pregate ogni momento ... 
Ci  che accade è grande e sconvolgente,  è definitivo :  è già accaduto, in Gesù, ed ora si compie in pienezza per noi. Vigilare è accogliere il cammino verso questa pienezza.  Il germoglio promesso per bocca di Geremia  ora è l’albero del Regno di Dio.
Il “processo” giunge al suo compimento, perché ogni gravidanza ha un nascita. La via, in positivo, ci e indicata da San Paolo: Crescete e abbondate nell’amore vicendevole e verso tutti. Il Dio dell’amore trasfigura la carne dell’egoismo in carne di amore  
  vivendo questo amore, che viene da Dio, che è Dio,  Dio cresce in noi, nella carne nostra e della storia, e la conduce a pienezza. Amore vicendevole, tra voi che credete, che siete membra del corpo di Cristo intessute in un solo Spirito. E verso tutti, verso tutti  in un amore senza limiti  che abbia la misura del Padre.  Questo è comportarsi “in modo da piacere a Dio”, vivendo in noi il mistero di Cristo e della Chiesa.